Dal 15 marzo in libreria Burroughs. Il virus della parola di Alessandro Gnocchi una biografia romanzata e fantasmagorica sulla vita del più controverso scrittore della Beat Generation.

Temi, ossessioni, avventure e incontri demoniaci si alternano in questo saggio narrativo tumultuoso e controverso, immerso nella nostra contemporaneità, che ricorda il fulminante Io sono Burroughs di Barry Miles e un film imbizzarrito e spaventoso come Il pasto nudo di David Cronenberg.
Partendo dagli spunti biografici e letterari e dalle soluzioni narrative più originali di Burroughs, tra tutte il cut up, Alessandro Gnocchi compone un saggio che ha il piglio di un romanzo, irriverente e incendiario, una scatola nera da aprire per ascoltare la vita del vero fantasma fuorilegge della letteratura contemporanea, W.S. Burroughs.

Alessandro Gnocchi (Cremona 1971). Ha studiato Lettere moderne a Pavia e Firenze. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi saggi di filologia sulle più prestigiose riviste scientifiche, l’edizione critica delle Stanze di Pietro Bembo, un saggio su Giuseppe Berto e Antonio Delfini, la curatela delle Opere di Guido Keller e Il capocannoniere è sempre il miglior poeta dell’anno (Baldini+Castoldi), divertissement su calcio e letteratura. È caporedattore della sezione cultura e spettacoli de Il Giornale.

Burroughs mira in alto. Contesta alla base il mondo fondato sulla Parola. Non solo l’Occidente quindi ma tutte le civiltà che si fondano su un libro. Questa è la vera trasgressione dello scrittore. Non la droga, l’omosessualità, l’anarchia. No: la contestazione della Parola e della Storia. Burroughs è irriducibile a correnti e tendenze. Fa squadra da solo. È l’apice di una società che si è involuta fino a diventare una galera. Tutti vogliono le chiavi della prigione. Lui vuole abbatterla. È il Ribelle Per Eccellenza. – Alessandro Gnocchi

Burroughs. Il virus della parola è il titolo numero otto della collana Interzona